Durante la lunga carrellata di Greco, si è parlato anche di traduzione audiovisiva, definita da Perego come il “trasferimento del significato globale di un testo multimodale (o meglio, di una parte di esso) in un testo nuovo equivalente”. Punto centrale sono le modalità di trasferimento linguistico che permettono di tradurre i dialoghi originali dei prodotti audiovisivi, in cui si intrecciano il canale acustico e quello visivo, per renderli più accessibili a una platea più ampia. Il film, però, più che un testo è un vero e proprio oggetto multimodale perché utilizza più canali e il film con audio descrizione è proprio un prodotto diverso da quello originale.
Cosa fa parte di questo percorso di traduzione audiovisiva? Di sicuro il doppiaggio, il voice over (voce fuori campo), la sottotitolazione simultanea, la sopratitolazione, la sottotitolazione interlinguistica, quella per sordi e audiolesi e, infine, l’audio descrizione.
Il lavoro fatto per il Rosone di Santa Croce è nello specifico una guida descrittiva che segue le stesse indicazioni di massima dell’audio descrizione ma è un processo più esteso e complesso. Secondo Adlab, infatti, le guide descrittive “includono una varietà di testi che possono essere resi per iscritto o verbalmente, presentati in formato digitale tramite specifico equipaggiamento come le audio guide o fornito da guide umane durante visite o tour presso, ad esempio musei e luoghi di cultura”. La loro funzione è limitata rispetto all’esperienza multisensoriale, è uno strumento che deve integrarsi con il resto della visita o dell’evento per accompagnarlo al meglio. Per questo motivo, non può costituire di per sé l’esperienza perché “le persone visitano i luoghi per interagire con ciò che quei luoghi hanno da offrire e non con il mediatore umano o tecnologico”. In questo modo, le guide descrittive combinano informazioni e dati con una descrizione che deve essere allo stesso tempo accurata, chiara e coinvolgente.
Esistono diverse tipologie di guide descrittive: di spazi aperti o all’aperto come città, parchi, siti d’interesse culturale e archeologico; strutture ed elementi architettonici come palazzi, costruzioni, stanze, luoghi al chiuso; musei, gallerie e contesti espositivi in generale; oggetti tridimensionali e artefatti, come sculture e installazioni; oggetti bidimensionali come dipinti, fotografie e pannelli. Nello specifico, una guida descrittiva serve a fornire istruzioni su come usare qualcosa (l’audio guida), su come esplorare qualcosa (una mappa tattile, una riproduzione) o su come muoversi ed esplorare uno spazio.
Da considerare, la posizione dell’ascoltatore rispetto all’oggetto descritto. Può essere all’interno, vicino o lontano o in uno specifico angolo, posizione o luogo rispetto all’oggetto stesso. Fondamentale anche il contesto che può essere generico, specifico o addirittura assente nella narrazione.
Audio descrizioni e guide descrittive, quindi, sono due strumenti simili ma sostanzialmente diversi. Cambia il tempo e il contesto di riferimento, il tipo di narrazione e il modo di tenere alta l’attenzione dell’utente. Nelle guide descrittive, ad esempio, il “quando” è molto meno importante del “come” e del “cosa” perché nella guida descrittiva c’è un’interazione diversa tra l’oggetto e lo spazio rispetto a un’audio descrizione: nella prima, infatti, è possibile richiedere di compiere azioni o di interagire con lo spazio e l’oggetto.
Ma quali sono le principali regole per realizzare una guida descrittiva?
Innanzitutto è necessario descrivere tutto ciò che si vede evitando il superfluo e ciò che non è rilevante ai fini della narrazione. È fondamentale trovare un giusto equilibrio tra le informazioni fornite e bilanciarne l’organizzazione in modo da dare all’ascoltatore il tempo di elaborare le informazioni.
Per asciugare e rendere bilanciato il testo, è necessario avviare un processo di revisione in cui eliminare ridondanze, ripetizioni, avverbi di modo ecc. La revisione finale, però, deve essere affidata alle persone con disabilità visiva, per verificarne l’efficacia del linguaggio, la chiarezza e la durata. Tra le indicazioni essenziali per la realizzazione di una guida descrittiva, c’è il punto di vista. Il descrittore, infatti, non deve interpretare al posto del fruitore. È indicato, quindi, non usare valutazioni, evitare l’effetto pedagogico e privilegiare una terminologia tecnica appropriata, fornendone sempre una spiegazione.
Tra le indicazioni fornite da Greco, utili indicazioni su quali sono le caratteristiche dell’oggetto da descrivere. Innanzitutto bisogna identificare le informazioni essenziali come nome, data, dimensioni, tipologia, ed evidenziare ciò che lo rende speciale o unico. A partire da questo, è necessario identificare le caratteristiche principali e comunicare se sono permanenti o mutevoli nel tempo. L’ascoltatore potrà così acquisire un’idea del luogo, della dimensione e del contesto, crearsi un’immagine generale, visualizzare dettagli specifici, orientarsi e trovare una specifica direzione e capire come utilizzare un oggetto o come esplorarlo tattilmente.
Altro aspetto da valutare, l’approccio linguistico da scegliere che può variare dalla semplice descrizione dei dati, a quello narrativo con una costruzione di una storia fino a quello interpretativo, con l’utilizzo di effetti sonori, musica e linguaggio marcato per creare suggestioni. Linguaggio chiaro, quindi, chiaro semplice e diretto che non annoi, mai banale, sempre vivido e vario.